Toxoplasmosi: giusto rinunciare al gatto?
La toxoplasmosi è una malattia protozoaria sostenuta da un microrganismo chiamato Toxoplasma Gondii, che può colpire sia l’uomo che gli animali domestici. Questa infezione è molto pericolosa in gravidanza, perché può provocare gravi patologie nel feto. Ecco perché le indagini relative alla toxoplasmosi si svolgono di routine durante la gestazione, per evidenziare la presenza di anticorpi. Se sono presenti non c’è rischio, in caso contrario, bisognerà fare attenzione.
Perché proprio il gatto?
Tra gli animali domestici più comuni, solo il gatto può giocare il ruolo (più teorico che reale) di portatore sano e potenziale fonte di contagio. I felini possono contrarre l’infezione mangiando carni o prede crude. Il più delle volte non si sviluppa la malattia, mentre in rari casi si possono avere patologie che vanno dalla polmonite alla epatite, retinite, encefalite e ad altro ancora. Dopo l’infezione, indipendentemente dal fatto che ci sia stata o meno la malattia, il gatto può restare portatore sano del parassita, che si localizza, tra le altre sedi, nel tubo digerente. Proprio questo fatto costituisce la fonte di potenziale pericolo: il micio, infatti, elimina le proprie feci in ambiente domestico.
Ma è proprio allarme rosso?
No, decisamente no. Un gatto infetto statisticamente elimina parassiti solo pochi giorni in tutta la sua vita, e la forma in cui fuoriescono i toxoplasmi non è infettante, ma lo diventa dopo 24-36 ore di permanenza nell’ambiente esterno. La futura mamma, per infettarsi, dovrebbe ingerire accidentalmente delle particelle fecali contaminate e in quantità sufficiente a determinare il contagio. Non è assolutamente il caso di allarmarsi e ricorrere a scelte estreme. Men che meno rinunciare al proprio gatto!
Riassumiamo
Il gatto si infetta solo mangiando carni crude o topi (i nostri mici mangiano cibo industriale). Il felino portatore elimina parassiti solo pochi giorni in una vita, che diventano pericolosi dopo un giorno di permanenza nell’ambiente.
Bisogna ingerirne un bel po’ per ammalarsi.
Aggiungiamo: durante la gravidanza sarà bene che sia il marito a pulire giornalmente la lettiera del gatto, e la futura mamma dovrà lavarsi le mani dopo aver accarezzato Fuffi. Se uniamo queste precauzioni alle premesse precedenti, il rischio di contrarre la toxoplasmosi dal gatto è pressoché pari a zero.
Attenzione, invece, alle altre modalità di infezione: in gravidanza niente carni poco cotte, niente insaccati crudi, niente verdure poco lavate.
- Di cosa si tratta – È una malattia pericolosa in gravidanza, il gatto può essere portatore.
- Come si cura – Informarsi per tempo e con competenza. Allontanare il micio non è necessario.
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