Vaccinazione nei cuccioli: come e quando?
Vaccinazione, ecco la prima domanda: dopo quanto tempo può uscire di casa?
Come proteggerlo dalle malattie infettive senza privarlo della corretta socializzazione con altri cani e con l’ambiente?
Ecco tutte le risposte
Svolgo il mio lavoro di comportamentalista in vari paesi europei e ho, quindi, la possibilità di notare le diversità di comportamento, non solo tra cani, ma anche tra padroni di varie nazioni.
Una delle questioni più discusse con consigli e comportamenti totalmente diversi è: quando si può uscire
fuori di casa con un cucciolo neo-adottato?
Ovvero, quali sono le routine di vaccinazioni consigliate e quali sono le differenze tra i vari paesi europei?
Socializzare il prima possibile
Come etologo e comportamentalista consiglio sempre di far socializzare il più presto possibile il nuovo
membro della famiglia con il suo nuovo mondo.
Il cane è un compagno di vita e a tal fine ci accompagna in quasi tutte le nostre attività.
Proprio per questa ragione è fondamentale avere un quattro zampe tranquillo, ben socializzato e ben educato.
Dobbiamo, però, anche fare attenzione ai possibili pericoli e non solo alle opportunità.
La cosiddetta “finestra di apprendimento” dei cuccioli si apre a circa tre settimane di età.
In questo momento il cagnolino, oltre all’olfatto, inizia a sviluppare la vista e l’udito.
La finestra si spalanca intorno all’ottava settimana, per poi gradualmente richiudersi alla sedicesima.
In questo periodo iniziale tutto quello che il cucciolo apprende (sia in positivo che in negativo) rimane fortemente ancorato nel suo carattere.
È un periodo strategico per i neo-padroni perché si dà al cucciolo la giusta impostazione di vita.
Occhio a tenerlo isolato
Spesso sento veterinari consigliare di non portare assolutamente fuori il cane fino alla dodicesima settimana di vita, aspettando di fare il secondo vaccino.
Ma il cane tenuto isolato in casa fino alla conclusione delle vaccinazioni rischia di diventare poco equilibrato.
E di essere meno capace di rapportarsi bene con l’ambiente esterno e di avere difficoltà a non fare i bisogni in casa.
Che cosa fare, allora?
È importante seguire un protocollo di vaccinazioni giusto e, allo stesso tempo, gestire la corretta socializzazione del cucciolo evitando il contatto con ambienti e soggetti a rischio.
Vaccinazione a quasi tre mesi d’età
Per far luce sulla questione ho voluto intervistare Marzia Misollo Velotti, medico veterinario a Roma.
Cuccioli segregati in casa?
Prima della conclusione del ciclo di vaccinazioni cosa fare?
Magari potremmo portare il cucciolo con noi nella borsa o nel trasportino, per poi farlo passeggiare in posti puliti per permettergli di conoscere il mondo, socializzando coi suoi simili.
Marzia, come proteggere il nuovo cucciolo dalle malattie infettive?
E come funziona la vaccinazione?
Nei primi mesi di vita i cuccioli sono protetti dai virus che tanto temiamo, grazie all’immunità anticorpale passiva, conferita loro dal colostro e dal latte materno.
Con la vaccinazione stimoliamo il sistema immunitario del cucciolo per fargli produrre “attivamente” degli anticorpi.
Gli anticorpi lo possono proteggere da accidentali contatti con i virus ambientali definiti “selvaggi”.
Bisogna, quindi, considerare che gli anticorpi passivi cominciano a diminuire nel loro corpicino intorno ai due mesi di vita.
Poi si azzerano completamente verso i quattro mesi e mezzo.
Quindi, vaccinare troppo precocemente non è poi cosìutile, perché si rischia solo d’interferire con gli anticorpi materni.
Preferisco cominciare il protocollo vaccinale intorno ai due mesi e mezzo, tre di vita, nella fase di discesa dell’immunità passiva.
Il periodo di apprendimento è, per noi etologi comportamentalisti, fondamentale nella formazione del carattere.
A cosa stare attenti nel fare uscire il cucciolo?
I virus che tanto temiamo, come quello del cimurro o della gastroenterite infettiva, non si trasferiscono attraverso l’aria o l’acqua.
Si trasmettono solo per inalazione e contatto con feci e urine di cani malati/eliminatori.
Quindi, non è pericoloso portare fuori i nostri piccoli amici, a patto di non farli passeggiare in posti sporchi di feci o urine di animali randagi potenzialmente infetti.
Potremmo portarli con noi in una borsa o in un trasportino, per poi farli tranquillamente passeggiare in posti puliti.
Così permettiamo loro di conoscere il mondo nel quale vivranno, socializzando con i loro simili.
Che differenza c’è tra cani che crescono in città e cani di campagna?
Certamente la concentrazione di animali selvatici è molto più elevata in campagna che in ambito cittadino.
Quindi, nel primo caso, è più probabile che i cuccioli vengano a contatto con feci e urine di animali non controllati e potenzialmente infetti.
Ciò non vuol dire che non possano uscire, ma semplicemente che dobbiamo limitare un po’ i loro spostamenti, magari mantenendoli in zone recintate nelle quali non possano passare animali sconosciuti.
Certamente non è affatto pericoloso farli entrare in contatto con cani di proprietà vaccinati e controllati. Organizziamo, quindi, incontri in ambienti sicuri.
Le temperature ambientali hanno un impatto importante sulla diffusione dei batteri.
A cosa dobbiamo stare attenti?
Certo, giova a questo riguardo sapere che le temperature fredde inattivano i virus.
Quindi, nelle stagioni più rigide possiamo stare più tranquilli.
Occhio ai posti umidi e poco puliti
Quando non è ancora conclusa la copertura vaccinale dobbiamo evitare i posti umidi, poco puliti e con temperature intermedie, 18/ 28 gradi centigradi, che sono ottime per la sopravvivenza di virus, germi e funghi.
Discorso diverso per alcuni germi che potrebbero comunque sopravvivere, ma sono evenienze decisamente rare.
È comunque sufficiente non portare il nostro cucciolo in ambienti sporchi.
Marzia, in Germania i cuccioli vengono portati fuori a passeggio appena adottati, di solito a otto settimane di età.
In Italia, però, molti tuoi colleghi sconsigliano l’uscita prima delle 12-13 settimane.
Che cosa è corretto fare?
In verità qualcuno consiglia di aspettare la fine del protocollo vaccinale, motivo per il quale c’è stata una tendenza, negli ultimi anni, a vaccinare sempre più precocemente.
L’immunità passiva (quella data dal latte materno e non da una produzione attiva di anticorpi da parte del cucciolo), diminuisce dopo i due mesi di vita.
Per questo consiglio di vaccinare dopo i due mesi e mezzo di vita, in modo da non alterare la risposta al vaccino a causa degli anticorpi in circolo.
Se ci sono troppi anticorpi nel sangue il virus vaccinale viene saturato da questi ultimi e non riesce a stimolare il sistema immunitario.Ovvio che il momento delle vaccinazioni è delicato…
… perché chiediamo al sistema immunitario di produrre gli anticorpi, distraendolo da eventuali altre necessità.
Bisogna stare attenti a non portare i cuccioli in ambienti potenzialmente infetti, ma ciò non significa che deve essere una completa reclusione fino al termine dei protocolli vaccinali.
Inoltre, si devono vaccinare soggetti sani e già sverminati correttamente.
Da qui l’importanza di una completa visita clinica e di una verifica della sverminazione con un esame coprologico, prima di procedere alla vaccinazione.
Grazie, Marzia, per averci fornito informazioni così preziose.
Riassumiamo: è importante essere consapevoli delle criticità, e bisogna anche capire come si sviluppa il cucciolo. Non corriamo dei rischi inutili, ma al contempo non dobbiamo nemmeno essere troppo protettivi.
Il nostro comportamento dipende anche da dove viviamo e dallo stato generale di salute del cucciolo.
Per garantire una buona e corretta socializzazione del cagnolino all’ambiente in cui vive ed evitare problemi comportamentali futuri, consiglio di fargli fare più esperienze positive possibili.
Portatelo al ristorante, in metro, nei centri commerciali, socializzare con altri cani, bambini, persone disabili o anziane.
Insomma, più luoghi e situazioni possibili durante il periodo di apprendimento, ovvero i primi quattro mesi di età.
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Dr Dog Trainer
di Vieri C. Timosci
(Dr Dog)
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