Noi e i pet: il rapporto sta cambiando
Nel rapporto non bastano solo le coccole.
Oggi le persone desiderano sempre più vivere la variegata quotidianità con Fido: in vacanza cane-compreso, passeggiate, giochi e sport con altre coppie a sei zampe, eventi e raduni cinofili.
I cani e i gatti vivono insieme a noi da millenni e forse per questo diamo per scontata la loro presenza, come se di fatto conoscessimo tutto di loro.
In realtà non c’è giorno che non si scopra un aspetto particolare del loro comportamento, non venga messa in discussione una particolare interpretazione, non si apra la strada a nuove metodiche di lavoro, non si individuino campi inaspettati di relazione.
NEL RAPPORTO CON LORO RIFLETTIAMO POCO
Siamo più riflessivi di fronte a un tablet o a uno smartphone piuttosto che nei riguardi dei nostri amici a quattro zampe.
A loro spetta quasi sempre l’onere di correggere le nostre assurde pretese, sia quelle consolidate dalla tradizione, sia quelle appena emerse nel panorama del possibile.
Il fatto è che il rapporto con loro non è riducibile a una semplice valutazione oggettiva, del tipo: il cane funziona così e il gatto così.
Non si può, cioè, incentrare la relazione su un manuale di istruzioni per l’uso, per quanto sia importante conoscere a fondo l’etologia di queste due specie.
Il fatto è che quando una persona e un pet s’incontrano non sono più solo due specie che s’intersecano, ma due individui con una loro storia e delle loro proiezioni che cercano una sintesi all’interno di un rapporto di intimità.
CAMBIANO LE SITUAZIONI, EMERGONO NUOVE ESIGENZE
È ovvio, pertanto, che cambiando le situazioni non solo ambientali, ma altresì culturali, sociali, di stile di vita, di aspettative, di valori emergano nuove esigenze, nuove opportunità, nuovi bisogni.
Sembra una banalità, ma sarebbe molto più saggio sia far tesoro di ciò che di buono ci hanno insegnato i nostri padri, sia parallelamente aprirsialle nuove trasformazioni che la scienza, e più in generale l’evoluzione culturale, pone come urgenza di trasformazione.
Negli ultimi anni, solo per fare un esempio, la cultura cinofila è passata dalla mentalità rurale all’antropomorfismo cittadino, entrambe con le loro luci e ombre e tuttavia, possiamo dire, agli antipodi nella considerazione dello statuto e del ruolo sociale del cane.
NUOVO MODO DI VIVERE COL CANE
A partire, poi, dagli ultimi anni del secolo scorso, si è affacciato un nuovo modo di vivere con il cane: lo stile relazionale, frutto dell’avvento della zooantropologia, che prende le distanze sia dalla strumentalizzazione zootecnica che dall’antropomorfizzazione disneyana.
Oggi le persone vogliono vivere la loro relazione col cane valorizzando sia l’individualità e la soggettività del loro quattro zampe, sia la sua diversità specie-specifica e il suo talento di razza.
Sitratta di una metamorfosi ancora in evoluzione, ma che sta cambiando in profondità i parametri di valutazione delle aree di espressione della relazione stessa.
Le persone oggi sono meno fissate con la relazione domestica, fatta di coccole e carezze, e sempre più desiderano vivere il loro rapporto nelle diverse dimensioni della quotidianità.
Si va in vacanza con la famiglia al completo e quindi cane-compreso, in una passeggiata con altre coppie a sei zampe, facendo delle attività ludiche o sportive in un centro zooantropologico, in eventi e raduni cinofili, ma soprattutto a 360 gradi nella complessità del vivere.
DESIDERIAMO ANDARE AL LAVORO COL CANE
Questo sta trasformando alla base la cinofilia, perché – fatti gli opportuni distinguo e tenute le debite proporzioni – dopo gli anni Novanta siamo diventati tutti un po’ “punkabbestia” e concepiamo la nostra relazione su un profilo h24, volendo scherzare.
Sì, scherzare ma non più di tanto, poiché le persone desiderano andare al lavoro col cane e il progetto Buon Cittadino nasce proprio per rispondere a un’esigenza.
Devo dire che se vogliamo la reciprocazione è utile lanciare anche il BS2Z, vale a dire “buon silvestre a due zampe”, perché se è utile che il cane ci segua quasi ovunque, è indispensabile che anche noi siamo in grado di accompagnarlo dove vuole lui.
STA CAMBIANDO ANCHE LA RELAZIONE COL GATTO
Anche la relazione col gatto sta cambiando e pochi se ne stanno rendendo conto, ma sarà sicuramente l’emergenza del prossimo decennio.
Infatti mentre l’interesse per il gatto sta letteralmente lievitando, i servizi di consulenza relazionale sono fermi al paleolitico.
E questa stupenda relazione dentro un perimetro molto risicato rispetto a ciò che sarebbe in grado di dare.
Per tutti questi motivi il mio augurio è che sappiamo guardare avanti nella consapevolezza che, a dirla con le parole dello scrittore Philip Dick, dove ci sarà un essere umano non potrà mancare un compagno di altra specie.
di Roberto Marchesini
Direttore Siua
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