Dove puoi entrare con il tuo cane? Divieto di ingresso ed esempi di accoglienza pet friendly.
Divieto d’ingresso: l’accoglienza pet friendly è un argomento molto discusso. Dove possono entrare e dove invece non si aprono le porte?
Ecco, Zinca è una femmina, una meticcia di taglia grande, un lupoide docile, socievole, tutto quanto si possa più desiderare da un compagno a quattro zampe.
Ma c’è un problema.
Il suo proprietario non ha una casa.
È un giovane senza-tetto polacco, Tomasz, e lei, Zinca, è la sua casa.
Anzi, sono l’uno per l’altro la propria casa.
Ma il tempo, in Sardegna, in certi maledetti giorni, fa crollare improvvisamente la temperatura, i temporali inondano le strade, c’è allerta meteo e il suo giovane padrone non può più restare all’aperto.
La coperta plasticata, ricchezza unica e preziosa per proteggersi dal vento, è tutta per lei, per Zinca.
Sotto, si ripara anche Tomasz.
Ma arriva il momento in cui lui deve chiedere ospitalità in un rifugio per clochard.
Dove i cani non possono entrare.
L’emergenza risparmia l’uomo, non il cane.
Il cane deve restare in strada. Abbandonato al suo destino.
Un abbandono imposto dall’apparato pubblico.
Indifferenza burocratica
È una triste storia che si ripete, con freddezza burocratica, con indifferenza istituzionale, come nulla fosse.
Come accadde per i terremotati di Marche e Lazio, senza più nulla, e senza il diritto di ricongiungersi nel niente che era rimasto, con i propri animali, la sola certezza.
Un atto di amore negato, un dolore insopportabile per l’inadeguatezza dello Stato.
Insomma, due volte sfollati in una terra di nessuno.
Iniziamo con la storia di Zinca, non a caso, nell’Italia dell’ “Entro anch’io…”, “No, tu no”, perché è, per fortuna, una storia a lieto fine.
Zinca, infatti, viene accolta provvisoriamente nella struttura “I Fratelli minori” della Lida di Olbia, dove parte anche una raccolta fondi per la sua sterilizzazione.
E dove Tomasz di giorno torna per rivederla
Un caso che fa discutere, in un’Italia che spesso non è ancora capace di accettare la presenza del cane al fianco dell’uomo.
Un Paese che divide contro natura, non del tutto emancipato, che ancora non si è reso conto che il cane non è più la bestia legata a catena nell’aia.
Non è il negletto che viene condannato a fare la guardia a vita, privato di ciò che lo ha reso cane: la relazione con l’uomo.
Così Zinca è il nome di tutti i cani che vengono esclusi.
Per nessun motivo comprensibile. E, spesso, contro la legge.
Discriminati anche i cani-guida. Ma c’è sanzione
Sistematicamente c’è un non vedente al quale viene bandito l’ingresso in un albergo se al seguito ha il cane-guida.
Di recente la rivista dell’Unione italiana ciechi ribadiva in un commento dell’avvocato Paolo Colombo, che “discriminare un non- vedente accompagnato da un cane-guida è punibile dalla legge”.
La materia è stata trattata per la prima volta in Italia con l’emanazione della legge n. 34 del 1974 modificata nel 2006 dalla legge n.60.
La normativa italiana prevede che i gestori dei mezzi di trasporto e i titolari di esercizi che “impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane-guida” siano soggetti a multe dai 500 ai 2.500 euro.
E sancisce anche che un cane-guida può entrare in qualunque esercizio aperto al pubblico (Legge n. 34/1974)”.
Oltre che in spiaggia
Eppure l’albergatore di Rimini che negò ospitalità alla cliente con il cane-guida, replicò che la struttura “garantisce ai propri ospiti da anni un ambiente pulito e confortevole senza la presenza di animali”.
È il concetto degno dei toni da inquisizione di animale uguale a sporcizia, malattia, infezione, disagio, e, perché no, peccato!
Esseri “immondi” che compromettono la serenità.
Il comfort è asettico, e a questo punto, esente anche da disabili.
Infatti, le cronache ci regalano perle di notizie estive di strutture che respingono bambini o esseri umani diversamente abili.
ANCI: il divieto di ingresso dei cani nei luoghi
pubblici è illegale
L’Anci, Associazione nazionale Comuni italiani, chiarisce che “vietare l’ingresso ai cani nei locali pubblici, e quindi negli esercizi commerciali, è illegale”.
Perché i luoghi privati aperti al pubblico ricadono nella disciplina comunale.
Anche se l’Anci ha chiarito la propria posizione.
A Firenze porte aperte ai pet
Dove si può andare col cane?
Recita il regolamento: “Con guinzaglio e museruola, si può: salire su tutti i mezzi di trasporto pubblico, Ataf compresa, che transitino nel territorio comunale.
Ed entrare in tutti gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, alberghi, campeggi, piscine etc.).
Oltre a salire sui taxi senza limitazioni con piccoli cani, per i cani grossi il tassista ha facoltà, previa preventiva comunicazione telefonica, di rifiutare il trasporto.
Multa di 883 euro all’albergatore di Rimini
L’imprenditore negò ospitalità alla cliente con il cane-guida – cui seguì una multa di 883 euro.
L’uomo trovò una giustificazione per le sue porte chiuse:
“… questo nostro rammarico non può prevalere sui nostri obblighi commerciali e morali nei confronti di una pluralità indefinita di ospiti che confidano nella nostra onestà”.
Perché l’accesso degli animali da compagnia nei luoghi di vacanza, e nelle strutture pubbliche, crea lavoro e genera nuove opportunità.
Come le cinquanta spiagge aperte ai cani nella sola Vieste, dove il randagismo è stato debellato e la presenza dei cani ha aumentato il turismo italiano e straniero.
Circa 1000 hotel non accettano cani-guida
Ancora sui cani-guida.
La laconica notizia pubblicata tempo fa sul giornale online agenzia.redattoresociale.it, suona così: “Non vedente non può accedere al commissariato di Roma con il cane-guida.
La Polizia chieda scusa, il presidente dell’Unione ciechi, Mario Barbuto si dice ‘indignato e sconcertato’.
E spera in un episodio isolato dovuto a ignoranza della legge e a eccessiva superficialità”.
Conoscere, appunto, per non sbagliare.
Esiste una verifica svolta dall’associazione BlindSight Project su siti particolarmente rilevanti per le prenotazioni alberghiere (venere.com, expedia.it, hotels.com ecc.).
Dalla verifica risulta che circa 1.000 strutture alberghiere dichiarino esplicitamente di rifiutare quattro zampe con la precisazione “anche cani-guida”.
Sì al cane in ufficio nel Comune di Genova
Negli uffici dell’assessorato, all’interno del blasonatissimo Palazzo Ducale, Benji è solo uno dei cani che accompagnano il proprio proprietario al lavoro.
Una piccola rivoluzione, visto che l’esperimento sta andando alla grande e che ben presto i cani potranno accompagnare i propri padroni anche nei musei e nei palazzi dei Rolli.
Una rivoluzione politico-amministrativa che valorizza, anziché punire, la presenza del cane.
Nostro compagno sempre.
…E nel comune piacentino di Castel San Giovanni.
Monza ama i cani e i proprietari responsabili
Come il Comune di Monza che toglie i cartelli di divieto di accesso ai cani nelle aiuole della città.
E li sostituisce con altri con la scritta “Monza ama i cani e i proprietari responsabili” e l’invito a raccogliere le deiezioni.
Ne dà notizia il sindaco Dario Allevi sulla sua pagina facebook, postando l’immagine dei nuovi cartelli.
“Avevamo preso un impegno di sostituire quei cartelli odiosi messi dalla precedente amministrazione con altri che riuscissero a dare un messaggio diverso e più educativo?
Sì. Detto fatto”
Torino, record di musei pet-friendly
Torino è la città italiana con il record di musei pet-friendly.
I nostri amici pelosi ci possono seguire da Palazzo Madama alla Mole e fino al Museo del Cinema.
Per motivi di sicurezza, in siti come il Museo Egizio, la Gam e il Castello di Rivoli, l’ingresso non è consentito, ma l’offerta è comunque ampia.
Pompei, scavi dog-friendly
Il cane li può visitare al guinzaglio, ma per entrare nelle domus deve essere tenuto in braccio.
A Prato l’esercente deve motivare il divieto di ingresso
Ma il Comune di Prato ha fatto molto di più.
Per vietare l’accesso ai cani nei luoghi pubblici occorre motivare le ragioni dell’esercente, e chiedere l’autorizzazione del divieto con formale domanda.
Perché “i cani accompagnati dal proprietario, o da un detentore, possono entrare in tutti gli esercizi pubblici e commerciali.
Nonché nei locali e uffici aperti al pubblico, come stabilito dalla legge regionale e dal regolamento comunale, usando il guinzaglio.
Un solo cane per proprietario o detentore.
… E deve chiedere l’autorizzazione al Comune
Tale limitazione può interessare gli spazi accessibili, oppure le modalità dell’accesso stesso.
Ma non può in alcun modo configurarsi come un divieto assoluto.
È un passaggio chiave: non possono esistere divieti assoluti.
Con noi a fare la spesa
La scorsa estate il dibattito si infiammò, e non poco.
Una catena padovana di supermercati mise al bando l’ingresso.
Uscì persino una nota del ministero della Salute, cercando di chiarire il principio fissato dal regolamento europeo 852 del 2004.
Brambilla: non esiste il problema contaminazione
Anzi, non è mai stato messo in discussione da alcuna normativa o regolamento.
Tanto che le principali associazioni di tutela animale hanno siglato protocolli d’intesa con diverse catene per garantire libertà d’accesso ai consumatori con animali al seguito.
Condominio pro-animali
La legge 220 del 2012 ha modificato l’articolo 1138 del codice civile, sulle norme del regolamento condominiale che “non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.
La Cassazione stabilì, infatti, che esiste “un vero e proprio diritto soggettivo all’animale da compagnia nell’ambito dell’attuale ordinamento giuridico”.
Questo “impone di ritenere che l’animale stesso non possa essere più collocato nell’area semantica concettuale delle cose”, ma “deve essere riconosciuto come essere senziente”.
All’uomo mancano ancora tasselli vitali di civiltà, mentre al cane non manca nulla
“Solo al cane non c’è cosa che manchi, ma comprende anche le qualità degli altri. (…). Ti fa alzare all’alba, ti fa addormentare tardi, ti abitua a vegliare di notte, a sopportare il caldo e il freddo, la sete e la fame, a marciare, a non indietreggiare e a sopportare ogni sforzo, ogni pericolo, ogni difficoltà”.
Ateniesi, modello esemplare
Non li cacciarono, come l’uomo moderno di oggi, fuori dal proprio ricovero.
La rivoluzione dell’on. Brambilla: una grande
coalizione per i diritti degli animali
Come l’inasprimento delle sanzioni penali per maltrattamento e uccisione di animali.
E il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” anche secondo il codice civile, la riduzione dell’Iva sugli alimenti per animali e sulle cure veterinarie.
Oltra alla riduzione del prezzo dei farmaci destinati agli animali e a norme più incisive sull’accesso degli animali d’affezione nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
Su quest’ultimo tema basta citare una delle proposte di legge della stessa Brambilla, sul
“libero accesso degli animali a locali pubblici e privati”
“È arrivato il momento di far cadere divieti insensati o anacronistici.
Oggi, a seconda dei regolamenti comunali, l’esercente può appendere il fatidico cartello ‘Io non posso entrare’.
Con la mia proposta potrà farlo solo in presenza di concrete e inderogabili esigenze di tutela igienico-sanitaria o comunque sulla base di criteri esplicitamente indicati dalla legge.
Gli italiani devono sapere che, a parte i luoghi dove vengono preparati o immagazzinati gli alimenti, nessuna legge nazionale vieta l’ingresso in un bar o in un ristorante con un animale al seguito.
Anzi esiste il “Manuale di corretta prassi operativa” per la ristorazione, la gastronomia, la gelateria e la pasticceria, diffuso dalla Fipe.
Il manuale certifica che, nei limiti suddetti, l’accesso dei cani con guinzaglio e museruola è permesso”. Quanto alle spiagge, la richiesta è che vi siano sempre dei tratti di litorale riservati agli utenti con animali da compagnia.
Ci vuole una legge nazionale per dare a tutti i proprietari di animali la libertà di movimento alla quale hanno diritto”.
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