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L’amarezza del cardinale Montenegro: “La gente si commuove per gli animali, non per i migranti e i poveri”

di Alessandro Macciò

L’amarezza del cardinale Montenegro: “La gente si commuove per gli animali, non per i migranti e i poveri”

A parità di sofferenza, suscita più commozione un animale che un migrante o un povero.

È questa, in sintesi, la riflessione di monsignor Montenegro, arcivescovo di Agrigento, esposta in occasione dell’Immacolata concezione.

I problemi sociali al centro dell’omelia di monsignor Montenegro

L’omelia di monsignor Montenegro ha preso spunto dal contesto del territorio agrigentino, «ferito mortalmente da tante situazioni inquietanti», descrivendo una situazione che vede la Chiesa «spesso disinteressata ai problemi sociali». E per rendere l’idea, l’arcivescovo di Agrigento ha evidenziato il diverso tipo di reazione che, a suo dire, emerge spesso di fronte a casi di cronaca con protagonisti diversi: da un lato gli animali, dall’altro i migranti e i poveri.

L’amarezza del cardinale Montenegro: “La gente si commuove per gli animali, non per i migranti e i poveri”

Le sofferenze degli uomini e l’indifferenza

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Monsignor Montenegro, Arcivescovo di Agrigento”]Un animale è una creatura vivente che merita rispetto e, giustamente, le sue sofferenze possono commuovere. Ma poi si resta indifferenti dinanzi a uomini che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono o muoiono a migliaia, o dinanzi ai poveri che soccombono per la fame, o subiscono la violenza dei prepotenti, o pagano il prezzo della corruzione e dell’illegalità.[/penci_blockquote]

Parole vibranti, quelle di monsignor Montenegro, pronunciate dal pulpito con l’obiettivo di scuotere le coscienze.

Nel mirino dell’arcivescovo di Agrigento non ci sono tanto gli amanti degli animali, quanto i comportamenti di fronte alle emergenze sociali del nostro tempo: la premura verso gli animali, in un certo senso, diventa un modello da seguire anche in altri contesti, a partire da quello dell’accoglienza.

Insomma, come in ogni provocazione che si rispetti, la contraddizione è solo apparente.

Monsignor Montenegro conclude con un messaggio di speranza:

«Pur essendo questo un tempo critico, è anche un tempo in cui pulsa la vita e la luce».

Approfondimenti:
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