Adottare un coniglio: i passi da seguire
Abbiamo deciso di adottare un coniglio. Siamo preparati ad accoglierlo nella maniera giusta? Quali sono gli accorgimenti da prendere? Da dove cominciamo?
Ci sono diverse opportunità per iniziare una convivenza “lapina”. Acquistare un coniglio in un negozio o in un allevamento o adottarlo da un’associazione di volontariato.
In negozio…
Bisogna fare estremamente attenzione all’acquisto in negozio (cosa che ci sentiamo vivamente di sconsigliare). Spesso, infatti, si trovano piccoli messi in vendita a quattro – cinque settimane poiché una taglia così minuta intenerisce di più o per spacciare come nani soggetti di taglia media. I piccoli possono essere separati dalla madre a otto settimane, è quella l’età giusta perché vadano in adozione. Staccarli prima li mette anche a rischio di salute.
… o in adozione?
Se non ci importa dell’età, un’associazione che cura l’affido di conigli abbandonati può essere un’alternativa molto valida. Se ne trovano di tutte le età, razze e grandezze, anche in condizione di salute non buona, ma se l’obiettivo è fare del bene è la soluzione migliore.
Il carattere di un coniglio adulto è già noto e non riserverà sorprese. Generalmente è più calmo e si affezionerà senza problemi ai nuovi proprietari così come farebbe un animale in tenera età.
In giro per casa
Prima ancora di portare a casa il nuovo amico sarà bene aver procurato tutto il necessario, ossia gabbia, accessori, fieno e pellet di buona qualità. Il primo giorno il coniglio andrà lasciato tranquillo nella sua gabbia per dargli modo di ambientarsi e non sarà lasciato libero di girare per casa altrimenti non riusciremo ad insegnargli a sporcare nella sua lettiera. Solo quando userà regolarmente la cassetta dei bisogni potremo farlo uscire dalla gabbia in un’area limitata. Poi, a poco a poco, potremo allargare lo spazio a disposizione sistemando, magari, più cassette in diversi punti strategici della casa in modo da averne una sempre nelle vicinanze.
Cure e controlli
Se si prevede un cambio di dieta questa dovrà avvenire molto gradualmente per evitare disturbi intestinali. Andranno tenute d’occhio le feci per avere la conferma che tutto procede nel migliore dei modi. La comparsa di diarrea, infatti, costituisce un campanello d’allarme.
Un’altra cosa da conoscere con largo anticipo è il veterinario al quale fare riferimento. Non tutti i veterinari, infatti, si occupano di animali non convenzionali come il coniglio. Bisogna avere a disposizione un professionista specializzato: le patologie di questo animaletto sono profondamente diverse da quelle di cani e gatti e una persona poco esperta potrebbe creare gravi danni.
In caso di controlli, il coniglio deve essere portato in ambulatorio nella sua gabbia se non è troppo ingombrante, oppure in un trasportino mettendo sul fondo dei giornali. Non è necessario lasciare il beverino dell’acqua che con ogni probabilità si rivolterebbe per i movimenti del trasporto.
È importante portare con sé un campione del mangime per verificarne l’adeguatezza e un campione di feci per una ricerca di parassiti intestinali. Il veterinario verificherà lo stato di salute del coniglietto, ma anche la sua corretta gestione e potrà darci dei consigli preziosi.
Il piano vaccinale
Verrà stabilito, poi, il piano vaccinale contro la Mixomatosi e la Mev (malattia emorragica virale). Queste sono le due malattie contro le quali viene vaccinato il coniglio, la cui diffusione varia da zona a zona. Sarà il veterinario a decidere il tipo e la frequenza delle vaccinazioni a seconda dell’età, della situazione locale e del tipo di vaccino.
Anche se il coniglio vive in casa è consigliabile vaccinarlo. La trasmissione delle malattie può avvenire, infatti, tramite insetti vettori e le conseguenze sarebbero in entrambi i casi molto gravi.
di Federica Forte (riproduzione vietata)
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