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Alimentazione dei pet: cosa è meglio?

di Redazione Quattrozampe

alimentazione cane gatto

L’alimentazione dei nostri amici a quattro zampe è da sempre un tema molto diffuso e dibattuto. Essendo il cane e il gatto molto vicini all’uomo fin dai tempi antichi, si rischia di incorrere nell’errore di considerarli come umani e di conseguenza si pensa che debbano seguire le nostre abitudini alimentari, i nostri ritmi e le nostre consuetudini. Come vedremo più avanti, micio e fido sono morfologicamente e biologicamente molto diversi dall’uomo e quindi dovranno essere trattati diversamente anche a livello di alimentazione. Nel 1800, il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach asseriva che “Siamo quello che mangiamo”, sostenendo che un popolo può evolversi migliorando la propria alimentazione. Questa visione sembrava essere molto più filosofica che scientifica, ma col passare degli anni si è capito e approfondito che l’educazione alimentare e le sue regole con una dieta bilanciata, corretta e misurata, sono alla base di un organismo più sano. Questo concetto si è esteso, con gli anni, anche nel mondo del pet food. Proprio riguardo a ciò, il professor D. Grandjean, responsabile, insegnante e ricercatore in nutrizione animale alla Scuola veterinaria di Alfort, è riuscito a esprimere un concetto davvero significativo: il cane non è un uomo, un gatto non è un cane piccolo. Questo significa che ogni essere vivente deve essere nutrito e alimentato secondo le proprie esigenze e secondo la sua natura.

1Profumato è meglio di saporito

Sia il cane che il gatto appartengono entrambi all’ordine “Carnivora”, ma in realtà il vero carnivoro è solo il gatto. Il cane, infatti, vivendo ormai da moltissimi anni in simbiosi con l’uomo, può essere considerato un semi-carnivoro quasi un onnivoro perché, al pari dell’uomo, tollera sia alimenti di origine animale che vegetale. Il gatto si nutre sostanzialmente di carne o di piccole prede vive che ama cacciare e fa fatica a sopravvivere senza l’assunzione di proteine animali. Solo il 20% circa della dieta giornaliera è costituita da alimenti di derivazione non carnea. Il sistema digerente, grazie a un insieme di azioni chimiche e meccaniche, ha la funzione di trasformare, sotto controllo neuro-ormonale, le molecole complesse degli alimenti in componenti più semplici, che possono essere assorbite e quindi utilizzate dall’organismo. Questo sistema assimila ed elabora gli alimenti in maniera differente rispetto all’uomo. Una prima differenza importante è la mancanza di enzimi digestivi nella saliva, la ptialina, adibita alla trasformazione degli amidi. In questo modo la digestione dei carboidrati sarà molto più lunga e difficile di quella dell’uomo. La saliva ha quindi la funzione di sminuzzare e inumidire l’alimento per facilitarne poi la deglutizione e quindi il passaggio, attraverso l’esofago, nello stomaco. Anche il concetto di sapore risulta essere molto diverso. Il cane e il gatto apprezzano un alimento più per il suo odore che per il suo sapore. Basti pensare che l’uomo possiede tra i 5 e i 20 milioni di cellule olfattive, nel gatto questa cifra sale a 60–65 milioni, fino ad arrivare a 220 milioni di cellule olfattive nel cane. Al contrario, i bottoni che consentono la percezione del gusto attraverso la bocca sono circa 500 nel gatto, 1700 nel cane e fino a 9mila nell’uomo.

 

di  Valentina Maggio

© Riproduzione riservata.

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