In vacanza senza Fido? Scegli bene il dog sitter!
Stai per andare in vacanza? Abbiamo parlato a lungo di varie soluzioni per vacanze pet-friendly. Se invece hai scelto o sei nella situazione in cui devi affidare i tuoi compagni a quattro zampe a qualcuno, allora ecco qualche consiglio utile.
Informarsi innanzitutto
Ai proprietari degli animali che si vogliono affidare a strutture o a persone, si consiglia di informarsi preventivamente e personalmente diffidando dalla sottoscrizione di contratti mediante i quali la struttura o il professionista si esonera da qualsiasi responsabilità. È opportuno pretendere l’accertamento della sussistenza di una polizza e la garanzia di una adeguata preparazione.
Accordo per iscritto
Mettete per iscritto un accordo al fine di siglare il prezzo del compenso e soprattutto le modalità di custodia dell’animale affidato. Per il resto, se ci si affida a persone davvero amanti degli animali, saremo sicuri che il nostro compagno a quattro zampe potrà passare momenti sereni anche in caso di nostra temporanea assenza.
Roggero: “L’importanza del pet sitter”
Per questo, abbiamo raccolto il parere e la testimonianza di una persona che ha fatto dell’attività di “dog sitter” non soltanto la propria professione, ma una missione di vita, come spiega meglio Paolo Roggero. Negli ultimi decenni c’è stata maggiore sensibilità nei confronti degli animali d’affezione, ma molto resta ancora da fare, tant’è che gli abbandoni e gli arrivi nei canili sono sempre troppi. Spesso non conoscendo quali sono le motivazioni di razza del proprio cane si può incappare nella delusione delle proprie aspettative. Il “dog sitter” può orientarci nella scelta del cane che non deve essere solo dettata dall’aspetto fisico. Convivere con un animale implica la condivisione degli spazi e la consapevolezza dell’impegno necessario per creare un rapporto costruttivo e felice per entrambi. La figura di utilità sociale del “pet sitter” diventa indispensabile per aiutarci a risolvere molti problemi legati alle relazioni con gli animali. Infatti non solo si occupa di portarli in passeggiata, ma crea momenti di svago, di socializzazione e assume la leadership che ben poco ha a che vedere con l’obsoleto concetto di dominanza (capobranco). Il “pet sitter” diventa “dog sitter professionista” laddove propone attività e si rende interessante agli occhi del cane. Sa, inoltre, ricoprire il ruolo del consulente della relazione uomo-cane. E quando gli viene conferito un incarico, passaggio molto delicato, subentra in una relazione già esistente tra animale e detentore. Con la sua esperienza e sensibilità può guidare entrambi in un universo alternativo, ricco di stimoli collaborativi.
di Claudia Taccani*, avvocato Oipa Italia onlus
*articolo scritto in collaborazione con Paolo Roggero
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