Pubblicità
Pubblicità

Cuccioli: livelli di socializzazione

di Redazione Quattrozampe

Cibo e cuccioli

 

Un cane sperimenta il mondo e la vita anche attraverso la chiave della socializzazione. Questa ha due diversi livelli e si arricchisce delle molte e diverse esperienze che il cane stesso vivtà.

CUCCIOLATA: PRIMA PALESTRA

La socializzazione primaria trova una prima palestra all’interno della cucciolata e può venir meno o essere deficitaria se il cucciolo viene tolto da mamma e fratelli prima di aver compiuto i due mesi di età. In seguito è necessario che questa educazione alla socialità con i conspecifici non venga interrotta, perché il cucciolo ha ancora tante cose da imparare dagli altri cani. Per tale motivo è indispensabile che le persone non considerino il cane una proprietà da tenere tutta per sé, ma si preoccupino di consentire al cucciolo momenti di interazione con altri cani, ovviamente in situazioni di sicurezza.

LA SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA

esperienza-cuccioloLa capacità di rapportarsi con l’essere umano è una dote naturale del cane e tuttavia, come per ogni altra virtù, è necessaria coltivarla e farla evolvere in ricchezza e competenza. A partire dalla quarta settimana di vita, il cane comincia a farsi un’idea di quegli strani esseri a due zampe che lo circondano. Ci sono molte cose che deve capire degli umani, non ultima questa loro tendenza ad afferrare, a usare cioè le zampe anteriori come una sorta di bocca che prende, sostiene e trasporta. “Ecco, gli umani fanno con le zampe davanti ciò che noi cani facciamo con la bocca, per cui la carezza è l’analogo della lingua della mamma e il grooming con le dita la stessa cosa dello spulciare fatto con i denti”.

Il cucciolo va perciò manipolato, fin dal primo mese di vita, proprio per abituarlo alla mano, evitando accuratamente di associare alla mano dell’uomo sensazioni spiacevoli o dolorose. Ma è ovvio che questa familiarizzazione con l’umano, che prende il nome di “socializzazione secondaria” riguarda molti altri aspetti: la conoscenza vocale, la comunicazione non verbale, gli stili d’interazione, le più frequenti forme di affettività.

VARIETà DI ESPERIENZE

Per il cane l’essere umano diventa così un continente da esplorare giorno dopo giorno. Prima si comincia, meglio è. La socializzazione secondaria richiede una varietà di esperienze, ovvero di modelli esperiti, assai maggiore rispetto a quella primaria, proprio per il suo carattere di scoperta e di propensione alla distinzione. Insomma, non è facile per il cane generalizzare questa esperienza per cui, se ha visto solo uomini bianchi adulti, potrebbe manifestare comportamenti di diffidenza nei confronti di donne o di persone di colore o addirittura manifestare comportamenti predatori nei conversi di bambini piccoli che corrono o gattonano. Per realizzare una socializzazione secondaria profonda ed estensibile a tutti gli esseri umani è pertanto indispensabile che il cane non faccia esperienza su un solo modello, ma su molti, in modo tale da facilitare le sue capacità categoriali. Fare tanta esperienza nel rapporto con gli umani soprattutto nel primo anno di vita del cane svilupperà in lui una forte competenza nella relazione con noi e questa sarà sicuramente la miglior forma di prevenzione nei confronti del pericolo di aggressioni. Un’ultima cosa. Il cane ama la compagnia, ma questo non significa che ogni tanto non desideri starsene per i fatti suoi: impariamo a rispettare i suoi spazi privati. E quando mangia, vi prego, non disturbatelo!

 

 

di Roberto Marchesini,
Direttore del Siua (www.siua.it)

Pubblicità

© Riproduzione riservata.

Partner

I più letti