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Quel mio viaggio tanto desiderato a Gorgona…

di Redazione Quattrozampe

Quel mio viaggio tanto desiderato a Gorgona…

Ci sono libri che lasciano un segno indelebile nella nostra memoria e finiscono per essere compagni di vita. Laddove, poi, questi libri raccontano vicende di vita vissuta, magari ti confortano e rassicurano, perché sia gli autori che i protagonisti sono la prova lampante che non si è soli nel credere in certi cambiamenti reali. Allora ti prende il desiderio irrefrenabile di vedere coi tuoi occhi i protagonisti, di percorrere coi tuoi piedi i luoghi descritti.

LIBRI RIVELATORI

È quello che mi è accaduto dopo aver letto i libri del medico veterinario Marco Verdone e quello del direttore Carlo Mazzerbo “Ne vale la pena“. Presa dalla voglia sia di conoscere tutto e tutti, sia di poterlo descrivere, a mia volta, in immagini e parole, sono partita dall’Austria per l’isola-carcere di Gorgona. Oggi sono grata perfino alle traversate sul mare tempestoso con la motovedetta, con lo stomaco oltre il limite della sopportazione, perché anch’esse sono una testimonianza della vita quotidiana legata a questo microcosmo in mezzo al mare. Indimenticabili gli incontri con la signora Luisa, l’unica residente che vive sull’isola tutto l’anno, osservando il mondo con un binocolo dalla sua finestra sul porto.

2FASCINO DELL’ISOLA

Poi le bellezze della natura, il profumo del rosmarino e le passeggiate serali con la nebbia che avvolge l’isola in un’atmosfera quasi mistica, immergendo in colori pastello le rovine di un edificio del carcere ormai abbandonato. Mi piacevano anche le crepe dei muri delle case, le sedie rotte abbandonate qua e là…

Che dire, poi, della luce dorata all’alba, che illumina i passi delle mucche condotte al pascolo, ne ascolti il respiro mentre camminano e sai già che tante vicende di vita quotidiana che stai vivendo vanno incontro a un futuro incerto, mentre la natura rigogliosa, gli olivi centenari e le aloe che s’innalzano al cielo, continueranno a ricoprire il ruolo di spettatori muti delle trasformazioni a venire.

ANIMALI GRAZIATI E DETENUTI PREMUROSI

E poi gli animali non umani, con la loro dolcezza infinita, che ti guardano incuriositi, ignari del loro futuro, ma testimoni dei cambiamenti straordinari realizzati in loro favore. Ritrovo gli animali “graziati” e mi sembra di conoscerli da sempre, tante sono le volte che ho letto le loro storie e li ho visti in foto. Poi gli incontri con i detenuti – rivivo le storie zen-italiane, come mi piace definire certi racconti di Marco Verdone. Loro mi rivelano, ad esempio, la scoperta delle piccole cose, come il lavoro con le api, l’attenzione per gli esseri più indifesi, mi parlano del rapporto con gli animali non umani, sconosciuto ai più, prima di giungere a Gorgona.

IL SOGNO: LA FATTORIA DIDATTICO-SOCIALE

1Ne osservo le mani che devono aver conosciuto anche atti di violenza, raccogliere con particolare cura i fiori della calendula, dai quali poi si ricaverà la tintura madre, e le seguo mentre accarezzano con delicatezza gli animali. Noto l’orgoglio con il quale i detenuti mostrano ai turisti in visita sull’isola gli animali da loro accuditi – quelli graziati e quelli in attesa di una tutela – li seguo mentre offrono ai visitatori lo squisito thè marocchino con la menta coltivata sull’isola. Penso inevitabilmente al beneficio immenso che ne risulterebbe, se si potesse portare a termine il progetto di una fattoria didattico-sociale sull’isola – per la vita dei detenuti, per gli animali non umani e per tutte le persone in visita dalla terraferma.

Sono consapevole del fatto che non è tutto rose e fiori sull’isola e che i traguardi raggiunti sono frutto dell’impegno incondizionato di persone coraggiose, armate di un’enorme forza di volontà. Ma ora sembra che le cose sull’isola-carcere di Gorgona stiano cambiando.

Che nessuno mi venga a dire, però, che i progetti ai quali si lavorava erano utopici: che le utopie restino tali o meno, dipende da tutti noi! Per dirla con Henry Spira, uno dei grandi attivisti per i diritti degli animali: Se vedi che qualcosa sta andando per il verso sbagliato, sta a te cambiarlo.

 

di Rachele Z. Cecchini, fotografa e giornalista, vive a Salisburgo, Austria

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