Agility con Alex e Spike, un binomio stellare

di Redazione Quattrozampe

Agility

Alex Solbiati e il suo Spike sono davvero una coppia incredibile e hanno una grande passione per l’agility. La loro prima regola è sempre e solo “divertimento”. Partecipare e vincere è bello, ma ancora più importante è la loro sintonia: “è la cosa che più vale, che più ci unisce e appaga”

“Pratico agility dal 2012, è stata una scelta felicemente indotta dal mio compagno di vita a quattro zampe. Abbiamo iniziato quasi per gioco, col mio istruttore Giulio Zanella. Da quel momento è iniziata la nostra avventura. Ora posso dire con orgoglio di esser un membro attivo della squadra agonistica del FreeDogs Agility Team – Varese, nonché allievo e collaboratore di Alfonso Sabbatini”.

E il tuo compagno di squadra a quattro zampe? Da quanto vivete assieme?

Il mio compagno di squadra, nonché compagno di vita, si chiama Spike (Spike We We von Nevada). È un Border Collie maschio davvero molto testardo, ma allo stesso tempo molto sensibile. Quando la mia cara amica Veronica Frandi mi ha proposto di prender con me questo cucciolo aveva già capito che io e Spike avremmo legato molto. Siamo in tutto e per tutto simili.

Credi davvero che l’agility sia uno sport per tutti?

Certo! Ovvio che ci sono delle accortezze da seguire. Ogni sport che si rispetti deve essere fatto con testa e cuore. Il cuore segue la passione, la testa ti deve far mettere in atto il tutto con logica. In questa disciplina non si è mai da soli. Prima di tutto si è un binomio con il proprio cane, bisogna aver rispetto di lui. L’agility, se fatta con criterio, è tutta un gioco e ti aiuta a consolidare il legame col cane. Il tuo compagno a quattro zampe deve esser felice di affrontare i vari percorsi e tu devi esser felice di giocare con lui, anche sbagliando qualcosa. Lui non sa cosa vuol dire fare netto o fare un rifiuto, lui sa solo che sta giocando con te secondo regole che avete imparato insieme. Ci vuole preparazione sica e mentale, passione, saper affrontare le sfide e anche le delusioni. Ma non bisogna mai scordarsi che la prima regola è sempre e solo “divertirsi”.

AgilityChe consiglio daresti a chi prende un cane solo per compagnia?

Il nostro cane è un essere vivente e ha varie necessità da rispettare. È un impegno che dura per tutta la sua vita. Meglio affidarsi n da subito al consiglio di un esperto del settore cinofilo. Il rapporto deve essere basato sulla fiducia, sul rispetto e il benessere reciproco. Questa “compagnia” deve esser formata da amore e condivisione, da passeggiate insieme. Noi proprietari siamo il suo nuovo branco.

I vostri obiettivi in termini di gare?

Divertirmi! Beh, partecipare vuol dire anche mettercela tutta per cercare di vincere e portare a casa il risultato. Ma la vittoria ha varie facce; quella “agonistica”, com’è anche giusto che sia, e quella “morale”, che appaga il binomio. Anche se il risultato non ti porta al podio, infatti, è ugualmente una grande vittoria quando il percorso è stato affrontato con intesa e comunicazione totale. La soddisfazione massima è l’insieme delle cose, ma completare un percorso felice e in sintonia con il mio compagno di squadra a quattro zampe è la cosa che più vale, che più unisce e appaga.

Visto che l’agility, unisce, consolida e rallegra il rapporto tra cane e conduttore, come vivi il tuo cane fuori dal contesto sportivo ?

L’agility è un momento di svago e di gioco per Spike, un gioco vissuto a stretto contatto con me. Fuori dal contesto sportivo siamo molto uniti e legati tant’è che i miei stati emozionali si rispecchiano nel suo comportamento. Le mie ansie ed emozioni sono tutte percepite da Spike con cui condivido davvero tanto nella mia quotidianità. Abbiamo molta sintonia e senza dimenticare che è un cane, che come ogni suo simile necessita dei propri spazi e del rispetto delle proprie esigenze, affrontiamo ogni giorno basando il nostro rapporto sul divertimento, sull’allegria e sulla complicità. Un cane, ovviamente, ti cambia la vita e in meglio.

Prima di affrontare un percorso di agility con il tuo cane, a cosa pensi e soprattutto appena ni- sci il giro cosa fai?

Il pre-giro è sempre ricco di emozioni, forse troppe! Mi concentro sul percorso e su come poter portare a termine la prova nel migliore dei modi. L’adrenalina è a mille, soprattutto in Spike che non vede l’ora di iniziare. Qualsiasi sia il risultato finale, dopo l’ultimo ostacolo l’adrenalina di Spike “si spegne”, dimostrando quasi tristezza per aver terminato il gioco.

Lo premio subito con una leggera pacca sul fianco, da lui molto apprezzata anche se solo noi sappiamo realmente quanto vale nel nostro rapporto questa semplice pacca rispetto a grandi “feste pubbliche”; usciamo dal campo di prova per fare una passeggiata per poter defaticare i muscoli e nella nostra intesa proseguiamo con qualche gioco come un “tira e molla” con una treccia oppure con una leggera corsetta svagante.

agilitySubito dopo il momento di svago post-giro vado dal mio coach per farmi tirare le orecchie! Mi confron- to con lui per ricevere feedback sulla prestazione e per capire dove migliorarmi o su cosa focalizzare il prossimo allenamento.

Credi che questo sport possa davvero essere considerato tale, ma soprattutto cosa manca per essere riconosciuto “sport” a tutti gli effetti dal Coni?

Non solo l’agility per me è uno sport a tutti gli effetti, ma gli atleti veri in campo sono due: il conduttore e il proprio cane. I proprietari attenti che affrontano con testa l’agility sanno benissimo che oltre alla preparazione umana c’è quella del cane da affrontare al meglio.

Il cane in questo contesto è un vero atleta e come tale deve essere in forma, esser felice e stare bene per poter affrontare nel totale benessere e nel modo giusto i vari percorsi.

L’agility è uno sport pulito e leale basato sulla voglia di divertirsi con il proprio compagno di vita a quattro zampe. Noi amiamo i nostri cani, e amiamo divertirci con loro praticando questo sport.

Auguro a te e al tuo amico cane una vita pie- na di successi, ma soprattutto di indissolubili legami. Buona agility a tutti!

 

 

 

A cura di Alfonso Sabbatini
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