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Agility a “dieci zampe”

di Redazione Quattrozampe

Agility 10 zampe

La passione per l’agility continua a conquistare sempre più aficionados e amanti di questo benessere a sei zampe che regala sorrisi e benefici al cane e al suo conduttore. Ne parliamo con Francesca Maccheroni, medico veterinario di Terni, di 32 anni, che ha scoperto la magia di questa bellissima attività e con i suoi cani alterna professione e divertimento in un’unica passione.

Francesca, come hai conosciuto l’agility?

1ùPrima di tutto ringrazio per poter condividere con i lettori di Quattro Zampe questa mia nuovissima passione che insieme alla mia attività di veterinario, corona un sogno. Mi sono avvicinata al mondo dell’agility circa tre anni fa quando da un canile ho adottato una meticcia Segugia di nome Nutella, che ora ha quattro anni. Quando l’ho adottata dal canile era davvero problematica: soffriva d’ansia da separazione. Quando uscivamo di casa ululava, distruggeva gli oggetti e non tratteneva i suoi bisogni: era una cagnolina molto insicura e, inoltre, assai diffidente nei confronti delle persone.

E come hai affrontato tutte le problematiche riscontrate nella piccola Nutella?

Mi sono rivolta a un educatore cinofilo e, dopo un corso di base, mi è stato consigliato di farle praticare l’agility per acquisire maggiori competenze e, di conseguenza, più sicurezza. Nutella, geneticamente nata per andare a caccia, attraverso l’agility ha riscontrato notevoli benefici. L’agility, infatti, tra i suoi pregi ha quello di poter essere praticato da qualunque esemplare di cane, sia di razza pura, sia meticcio, purché sano. E il cane nel campo di agility si trova a fare qualcosa che gli è perfettamente naturale, indipendentemente dalla razza: correre, saltare, rispondere alle sollecitazioni del proprio compagno umano.

2Trovo le tue parole appropriate e sicuramente con un tocco di indiscutibile competenza cinofila. In che misura ti sei appassionata all’agility e in che centro la pratichi?

Anche se non sarà mai una campionessa, Nutella pratica tuttora l’agility al Dog Park il Casalone di Giada Morabito e Leonardo De Nardis, e ha trovato uno sfogo alla sua esuberanza, diventando una cagnolina molto più aperta ed equilibrata. Si può dire che, a tutt’oggi, la sua ansia da separazione è praticamente scomparsa. È grazie a Nutella che mi sono appassionata all’agility e che mi sono letteralmente innamorata di quei favolosi cani che sono i Border Collie. Ecco spiegato l’arrivo del mio secondo cane, Loki, che attualmente ha poco più di un anno. In realtà il Border Collie è un cane da sheepdog ma, secondo me, è ideale per l’agility perché ama lavorare e ha una motivazione molto alta in tutti i percorsi che gli si propongono.

Davvero una scelta impegnativa e non semplice. Oltre all’agility intendi praticare con lui altre attività?

Tra tutte le discipline che potrei svolgere con lui, l’agility mi attira più di tutte per svariate motivazioni. Innanzitutto ho sempre praticato sport e l’agility è una disciplina dinamica, allo stesso tempo è divertente e in questo clima di gioco, che non va mai dimenticato, si riesce a sviluppare un controllo maggiore del proprio cane, facendogli eseguire i diversi passaggi del percorso. Così lo si aiuta a sfogare la sua energia, a rinforzare i suoi muscoli, a migliorare la sua coordinazione e la sua resistenza: insomma, l’agility è un ottimo modo per mantenere in forma me e i miei cani!

4Secondo te, l’agility è solo sforzo fisico oppure c’è dell’altro?

Questo sport non è solo una sfida per il corpo, ma anche per la mente di cane e uomo. Vedere un percorso di agility ad alti livelli può sembrare semplice a occhi inesperti, ma praticando questa disciplina mi sono accorta di quanto sia complicata attenta ai dettagli e rappresenti una sfida per superare i difetti di cane e proprietario. Nel caso specifico di Loki, lui, anche per la giovane età, è un cane molto nevrile: l’agility gli sta insegnando l’obbedienza e gli fa capire che il divertimento è molto più duraturo e appagante se costruito in simbiosi con me fino alla fine del percorso. Non a caso i percorsi sono progettati affinché i cani non riescano a completarli senza il nostro aiuto. E visto che il cane si deve affidare ai nostri comandi verbali e ai nostri gesti per percorrere il tracciato, la fiducia tra noi e il cane sarà sempre maggiore. Aiutando Loki nelle varie tappe dell’agility sto rafforzando in lui i comandi base di obbedienza, sto migliorando la nostra comunicazione, sto riuscendo a farlo ragionare di più, aumentando pian piano i suoi livelli di concentrazione. Così migliora il  comportamento del cane al di fuori dello stesso campo di agility.

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