Agility: giudizi responsabili
L’Aia ha messo a punto un metodo per la classificazione dei percorsi di agility tenendo conto delle difficoltà incontrate dal cane durante la prova.
In questo momento l’agility che si muove vertiginosamente verso analogie sempre più vicine alla F1, ha bisogno anche di adeguate regole che ne seguano la sua indiscussa evoluzione. Dopo vari anni, infatti, questa attività “a sei zampe” è cresciuta in lungo e in largo in tutti i vari paesi del mondo e tra le tante associazioni che la promuovono sicuramente l’Aia (Associazione italiana agility) è tra quelle che ha sempre cercato di migliorare le varie regole esistenti nel rispetto dell’animale, in primis, e della disciplina intesa come sport, in seconda battuta. Questa volta Aia ha messo a punto un metodo per la classificazione dei percorsi di agility tenendo conto delle difficoltà incontrate dal cane durante la prova per poter concludere la stessa con il tanto agognato Eccellente Netto.
Ulteriori valutazioni
In poche parole, oltre alla classificazione per altezza al garrese, per preparazione agonistica (classi di lavoro elite, champion, livelli, gradi ecc) ora è nata l’idea, dopo approfonditi studi da parte di due Giudici Formatori Aia, Giulio Zanella e Jean Perre Cavicchioli, di dare un grado di difficoltà anche alla posizione degli ostacoli, al rischio di eliminato, alle “scelte”, etc, etc, insomma classificare con un numero e una leggenda, tutte le maggiori insidie all’interno di un “giro” d’agility.
Tredici difficoltà di vario tipo
Dopo un’attenta ricerca dei vari “trabocchetti” all’interno dei percorsi, dal posizionamento dell’attrezzatura al fondo della prova sono state individuate tredici difficoltà di vario tipo, che ognuna con il proprio fattore di difficoltà, contribuisce a stilare una classifica totale e per l’esattezza l’Ads (agility difficulty score), ovvero il punteggio di difficoltà della prova.
Questo metodo testato su numerose prove nazionali e internazionali ha dato ottimi risultati nella classificazione delle gare dimostrando che si può facilmente comprendere, sia per un giudice che per un concorrente, il livello di difficoltà nelle prove di agility.
Un grande passo in avanti nel mondo dell’agility
Questa novità rappresenta un grande passo avanti per il mondo dell’agility, dando un aiuto sia agli stessi giudici, che possono rendersi conto più facilmente dell’adeguatezza del loro percorso, sia ai conduttori che possono facilmente comprendere dove e come sono distribuite le maggiori difficoltà. Quante volte è capitato di sentire frasi tipo: “l’agility di 2° Brevetto era molto più difficile di quella di 3°”; “questa debuttanti è più difficile di un percorso di 1° brevetto”; “questa prova di selezione sembra un 2° brevetto” etc….. ora con questo metodo si potrà dire o sentire invece: “ho fatto una gara e l’Ads era di 28 punti”; “quel giudice ha messo giù un giro da 50 punti e non l’ha finito nessuno”.
Con questo sistema valutativo l’Aia intende divulgare ai propri giudici inizialmente e poi a tutti coloro che esercitano questo ruolo in altri circuiti, se lo vorranno, questo innovativo sistema che andrà a beneficio dei numerosissimi binomi che praticano questa fantastica attività chiamata agility.
Di Alfonso Sabbatini
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