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Dog endurance: l’uno per l’altro

di Valentina Romanello

Dog endurance: l’uno per l’altro

Se in amore si dice che non dovrebbe esistere il piano B, la cinofilia insegna tutt’altro: si può amare chiunque, anche chi non è fatto proprio per noi. Insegna ad adattarsi, a tirare fuori il possibile, anche da chi non ci saremmo aspettati di avere al nostro fianco. Perché amare un cane è una scelta etica e gli sport cinofili devono declinarsi in maniera inclusiva. No, non parliamo di qualche deficit, ma di qualche attitudine (che a volte manca). Di divertimento, senza forzatura. Di soddisfazione, senza frustrazione. Se accade, dunque, che il giusto fisico, l’età più adatta e un buono stato di forma non bastino a fare del tuo amico un perfetto compagno di canicross, capita anche che per voi ci sia un’altra (bellissima) opportunità.

Molto più di un piano B

Si chiama “dog endurance” e significa “correre con il cane al nostro fianco”.

Nelle sue versioni running e anche solo walking, è la migliore alternativa per chi abbia un amico senza attitudine al traino. Ricordano, infatti, Alessandro Usignolo e Angelo Paxia, educatori cinofili e codificatori della disciplina per la Federazione italiana sport cinofili, che tra i requisiti per il canicross c’è, oltre alla giusta morfologia (mai musi, né zampe troppo corte) e all’età adatta (si gareggia al compimento dei dodici mesi), una certa attitudine al “traino”, prevedendo tale sport che il cane corra, legato, davanti a noi. Se è vero che tale propensione non è certo prerogativa dei soli nordici, è altrettanto vero che molti cani ne sono privi, per motivi genetici o caratteriali.

Di corsa, fianco a fianco

Serve la giusta motivazione per correrci davanti, “in assenza” di contatto fisico e visivo, guidati dalla sola nostra voce. Ci sono soggetti ai quali manca tanta determinazione, che necessitano di maggiore condivisione; a volte, di una rassicurazione. Grazie al dog endurance, questi cani possono correre comunque: al fianco del proprietario, incrociando il suo sguardo d’amore. Servirà, però, l’adeguata attrezzatura. Mancando il fattore “traino”, il classico imbrago da canicross (mutuato dall’universo sleddog) andrà sostituito da una comune pettorina ad “h”. Invariati gli altri strumenti: linea ammortizzata a unire cane e uomo (possibilmente con moschettone a sgancio rapido, per una maggiore sicurezza) e cintura per il conduttore.

Dog endurance: l’uno per l’altro

Dog endurance, non solo uno sport

Il dog endurance porta con sé un intento prima di tutto educativo. Paxia e Usignolo sottolineano quanto possa aiutare nella socializzazione con persone e altri cani, contribuendo alla perfetta integrazione del soggetto nella società. L’obiettivo iniziale saranno semplici passeggiate, ma i più motivati punteranno presto all’endurance. A differenza del canicross, in cui le prove non superano i 7 chilometri e i 200 metri di altimetria, il dog endurance, infatti, si svolge su chilometraggi e dislivelli (se dog endurance trail) ben maggiori. Si parte dalla categoria di regolarità del “CanCamminiamo”, tra i 5 e i 7 chilometri, e da tre prove con questo format. Seguirà un test di obbedienza e, conseguito il titolo di “buon conduttore”, si potrà passare alla velocità.

Piccoli, lunghi traguardi

Le prove, a questo punto, prevederanno anche soste obbligatorie e cancelli veterinari per verificare le condizioni del quattro zampe: si va dalla categoria A (tra i 5 e i 10 chilometri) alla B (tra i 10 e i 20) e, volendo, fino alla C (tra i 20 e i 30), livello, quest’ultimo, per cui si dovrà sostenere anche un test di veterinaria e di gestione del cane. Che l’avventura, dunque, abbia inizio: al vostro fianco, è vero, non ci sarà un nordico o un bracco (certo, quelli correrebbero davanti a voi!), ma lungo il vostro percorso insieme tirerete fuori il meglio dal vostro amico. E, nell’accettare i suoi limiti, anche, e soprattutto, il meglio di voi.

Indirizzario web:

Per informazioni su corsi o gare di Dog Endurance o Canicross visita www.sportcinofili.it

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