Giulia, Francesco e l’Agility

di Redazione Quattrozampe

Giulia Francesco Agility

La mia più grande fortuna è stata quella di poter fare della mia passione la mia professione. L’agility e la sua magia, mi ha permesso e mi permette di viaggiare e di conoscere tantissima gente e i loro meravigliosi cani. Tra gare, stage e corsi di formazione, la maggior parte dei weekend e qualche volta, intere settimane, sono invitato per tutto lo Stivale nei vari club a raccontare la mia passione e a cercare di dare qualche consiglio a coloro che partecipano a questi eventi.

Ho imparato attraverso i cani a conoscere le verità delle mura domestiche e, di conseguenza, credo di aver imparato anche una sorta di psicologia a sei zampe. In una di queste esperienze ho vissuto forse l’emozione cinofila e umana più grande di tutta la mia vita e ho capito che l’agility, se ben usata, arriva là, dritta nel cuore.

Che accoglienza!

Giulia Francesco AgilitySono stato invitato a novembre scorso da un amico, Danilo Amoroso, nel suo club a Foggia, il “Danny’s Pet Village”, a tenere uno stage.

Di solito gli stage, nella mia adorata Puglia, sono sempre i più graditi, perché mi danno la possibilità di andare a trovare i miei genitori, i miei amici e i miei parenti, cosa sempre assai rara.

Giunto nel bellissimo club di Danilo e di suo figlio Giuseppe, sono stato accolto da re e coccolato all’inverosimile (gastronomicamente, in primis, così come si usa da noi) per i miei tre giorni di permanenza.

Juniores e carica alle stelle

A partecipare a questo stage, a mia insaputa e con tanta felicità, tanti juniores (lavorare con loro mi mette la carica e mi sprigiona energie inimmaginabili). Tra loro mi ha colpito Francesco, un ragazzino di nove anni “accompagnato” dal suo Pastore Tedesco di nome Cora, le cui orecchie, in posizione di seduto arrivavano quasi alla testa del piccolo conduttore: un vero spettacolo. Durante la presentazione con tutti i partecipanti, una ragazzina, timida all’apparenza, mi fece subito una domanda alla quale, all’inizio, non destai molta attenzione, perché preso dalla parte conoscitiva dell’intero gruppo che, tra uditori e binomi, superavano le venti persone.

Giulia, Sindrome Di Williams

Giulia, questo è il suo nome, mi chiese se avrei avuto piacere nel fare quattro chiacchiere in privato appena possibile. Terminata la prima faticosa, ma divertentissima giornata di lavoro, chiamai la piccola Giulietta chiedendole il motivo della sua richiesta. Con mia grande sorpresa, ascoltai la sua storia molto toccante e decisamente piena di voglia di vivere. La piccola Giulia affetta da un rarissimo male, la sindrome di Williams, che colpisce un bambino su ventimila, mi raccontò la sua storia e le sue difficoltà quotidiane con una serenità e semplicità che solo i bimbi possono fare, esprimendomi il desiderio di voler fare, almeno una volta nella vita, un giro di agility così come suo fratello Francesco e come tutti i ragazzini dello stage avevano fatto.

Profonda commozione

A stento trattenni la mia profonda commozione davanti ai sui occhioni neri e al suo sorriso contagioso, ma dal momento in cui ho ascoltato la sua storia e la sua richiesta ho vissuto sensazioni altalenanti che mi hanno portato a riflettere sul mio prezioso ruolo di fronte ai suoi occhi. Nel frattempo pensavo a quel momento e se fossi riuscito a farle fare una piccola ricognizione del percorso, nonostante il suo disorientamento dovuto alla patologia.

Un giro con la mia Milù

Giulia Francesco AgilityIl giorno seguente fu l’inizio del coronamento del suo sogno e la gratitudine nei confronti del Nostro Signore per l’opportunità che mi aveva regalato. Montato il giro e fatta la ricognizione, le chiesi se anziché girare con un cane qualunque, aveva voglia di girare con la mia piccola Milù. Il suo abbraccio e le sue lacrime di gioia per quell’opportunità le sento ancora sulla mia pelle. Presa Milù e messa seduta davanti al primo salto, abbracciai Giulia e la guidai verso un punto del percorso dal quale con il mio aiuto avrebbe condotto Milù a distanza fino alla fine. Il mio cuore batteva a mille in un silenzio assordante di tutti coloro che erano attorno al campo, appena dato l’ok a Milù, iniziammo a condurla su tutti gli ostacoli con una semplicità unica e con un’intuizione celebrale che come non mai avevo chiesto alla mia adorata compagna a quattro zampe.

Gioia di dare

Terminato il percorso, ci stringemmo in un lunghissimo abbraccio tra me, lei e il suo papà Angelo, inevitabili le lacrime e l’applauso di tutti i partecipanti a quello stage. Ancora una volta l’agility mi ha portato a toccare il cielo con un dito, mi ha regalato gioia ed emozioni che solo chi vive questo sport in maniera profonda e in assoluto rispetto per il cane riesce a capire appieno. Terminato il giro di agility salimmo sul gradino più alto del podio e in quell’istante le regalai una mia maglia personalizzata come ricordo di quel bellissimo momento.

Buon agility a tutti, Alfonso.

 

 

 

 

A cura di Alfonso Sabbatini

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