Introduzione all’agility: lo sport che fa bau
Intervistare, sul tema dell’introduzione all’agility, uno dei più grandi dell’agility italiana e internazionale è un privilegio di pochi giornalisti. Se poi il big di turno è anche un vero amico, il tuo coach, nonché colui che ti ha dato la possibilità di essere arrivato in alto nell’agility italiana, allora questo giornalista deve ritenersi proprio fortunato. Ezio Bertuletti è il numero uno assoluto in Italia per meriti sportivi ottenuti: mondiale 2004 in Italia bronzo a squadre e individuale – mondiale 2005 Spagna medaglia d’argento a squadre – mondiale 2011 in Francia medaglia d’argento a squadre – Europeo 2007 in Italia medaglia d’argento – campione italiano assoluto nel 2006 e nel 2007 oltre ai 70 Cac conquistati in tutta la tua carriera con l’adorabile Cruz. Solo alcuni esempi dell’eccellenza di un grande.
Ezio, qual è il segreto del tuo successo?
Caro Alfonso, la passione, la voglia di stare col mio cane cercando di non avere mai delle ombre nel nostro rapporto è fondamentale per questa disciplina. Un esempio? Se lasci un arrosto sul tavolo e il cane lo mangia, non ti devi arrabbiare perché questo incrinerebbe il tuo rapporto con lui. Ogni situazione negativa viene comunque fissata dal cane e ciò alla lunga fa perdere un po’ di fiducia da parte del nostro amico. I risultati ottenuti con Cruz sono frutto sicuramente del nostro ottimo rapporto.
Sei stato scelto come uomo immagine della Royal Canin e per loro hai girato undici video, che si potranno vedere sul canale YouTube Royal Canin (www.youtube.com/RoyalCaninIT) e sul sito di Quattro Zampe (www.qzlife.it). Nelle immagini spieghi e presenti l’attività dell’agility svelando segreti per poter divertirsi col proprio cane. Caro Ezio, io penso che la diffusione di questi video possa dare una mano alla nostra agility, ma soprattutto dovrà far pervenire un messaggio ai lettori e a tutti i video-ascoltatori: “il nostro cane ci può aprire un nuovo mondo”…
Secondo me, Alfonso, questi video sono adatti a chi non conosce la disciplina e servono per far vedere come si può ottenere un’azione del cane sempre con la massima concentrazione e alla massima velocità.
Grazie Ezio, questo simpatico scambio di opinioni sul nostro fantastico sport che ci accomuna è stato davvero interessante e non ti nascondo che nonostante i tanti anni che ci conosciamo e che ci frequentiamo ero un po’ emozionato nel farti questa intervista. Essere paragonato assieme te ad uno dei big italiani credo che sia per me una grandissima soddisfazione. La mia riconoscenza nei tuoi confronti per tutto quello che hai fatto e che fai per me e la mia Milù è infinita.
È stato un piacere dialogare con te Al, ti auguro di raccogliere i frutti del tuo ottimo lavoro!
Opinioni a confronto
Se un lettore di Quattro Zampe o un utente che ha visitato il canale YouTube di Royal Canin dopo aver visto i video si appassiona all’agility e decide di prendere un cane, quali sono i primi passi da fare per poter diventare un buon binomio?
Ezio Bertuletti: Sicuramente frequentare un ottimo centro dove si lavori con conoscenza e rispetto del cane, la “violenza” di solito inizia là dove finisce la conoscenza. Tra l’altro è categoricamente escluso un “fai da te” dopo aver guardato questi video: ci sono molte sfaccettature di quello che si vede nel video, che il nuovo binomio non può certo percepire attraverso delle immagini.
Alfonso Sabbatini: La penso esattamente come te, Ezio, un ottimo centro professionale e serio, dà inoltre la garanzia della tutela fisica del cane (cosa assai importante) oltre che un ottimo insegnamento della tecnica dell’agility che è sempre in evoluzione. Diffidare, perciò, da chi si improvvisa istruttore di agility senza averne le dovute e comprovate caratteristiche professionali.
Un commento sulla situazione Italiana dell’agility, tra binomi omogenei tra loro e ben preparati tecnicamente e tante scuole di pensiero?
Ezio Bertuletti: La situazione attuale italiana nell’agility è comunque ad altissimo livello, come confermato nel recente mondiale di Lièvin con i risultati ottenuti in tutte le categorie. L’Italia non ha nulla da invidiare alle altre nazioni, ma di certo deve continuare a imparare.
Alfonso Sabbatini: L’agility è bella perché è varia, ma il comune denominatore deve essere sempre il rispetto reciproco del binomio. Perciò, ben vengano scuole di pensiero diverse che possano fornire preparazioni differenti. Sul campo queste diversità faranno la differenza: e se si vince, vuol dire che il metodo e la scuola sono davvero quelli giusti.
Buona visione e buon agility a tutti!
di Alfonso Sabbatini (riproduzione vietata)
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