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Felicità di specie

di Roberto Marchesini

Felicità di specie

È diversa dalla nostra. Si manifesta in un cane che fa una passeggiata in campagna e in un bosco, che sprofonda in un tragitto olfattivo, attraversa fossi e insegue lepri, si perde tra rovi e graminacee

A volte mi si chiede se per gli animali può esistere quella condizione di pienezza e realizzazione che chiamiamo felicità, oppure se l’unica sensazione che può essere ammessa alle altre specie è un momentaneo stato di gioia, molto radicato nel qui e ora della situazione. L’idea che i non-umani vivano esclusivamente nel presente è ancora molto forte, frutto di una visione etologica sorpassata e di concezioni filosofiche che cercavano di fondare la specialità dell’essere umano attraverso una denigrazione degli animali.

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In realtà, se l’animale fosse condannato al solo presente dovremmo negargli la possibilità di avere ricordi e, quindi, di apprendere e di avere degli obiettivi, delle strategie e dei progetti, cosa che ovviamente contrasta non solo con le nuove ricerche etologiche, ma anche con la semplice esperienza diretta…

Articolo pubblicato su Quattro Zampe di Agosto 2022

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